STEP #08 - I Materiali

 

Il Periscopio solare è formato dai seguenti materiali:






Ghisa: forma parte del rivestimento esterno, per conferire allo strumento buona resistenza agli urti ed agli sbalzi termici. 
Oltre 1000 anni prima della nascita di Cristo, nel bacino del Mediterraneo, riscaldando direttamente dei minerali ferrosi con carbone di legna in forge rudimentali si tentava già di produrre la ghisa. In Europa questo materiale appare molto più tardi, e solo in casi sporadici. Saltuariamente, infatti, i forni riuscivano a superare la temperatura di fusione minima della combinazione ferro-carbonio con presenza di carbonio del 0,81%, che si colloca attorno ai 750 °C .

Le caratteristiche che consentono il conveniente uso della ghisa in molte applicazioni sono:

  • economicità nella produzione;
  • resistenza all'usura;
  • buona lavorabilità con macchine utensili;
  • possibilità di realizzare forme molto complesse mediante semplice fusione;
  • ottima fusibilità
  • durezza, che come controparte comporta fragilità

Le eccellenti caratteristiche meccaniche del materiale e la facilità di formatura spiegano la sua diffusione nell'uso, anche in prodotti attuali di buona tecnologia.


Specchi: pezzi di vetro di forma prismatica, di varie inclinazioni, permettono la rifrazione della luce verso gli obiettivi delle fotocamere.

Anello in vetro: collega i prismi prima citati.Il vetro è uno dei materiali più antichi conosciuti ed è strettamente legato alla storia e alle tecniche di coltura delle diverse civiltà. Il vetro viene utilizzato nelle lavorazioni artigianali, in architettura, così come per la conservazione di alimenti di alta qualità.

Le prime tracce di elementi in vetro risalgono all'anno 7000 a.c.


Viti: permettono di fissare le varie parti in ghisa del periscopio solare.

La sua invenzione si attribuisce, infatti, al matematico greco Archita, vissuto dal 428 al 347 a.C., considerato il padre della scienza dell'ingegneria. Nel I secolo a.C. viti di legno erano già in uso nel mondo mediterraneo, per esempio nei torchi per la produzione di olio e vino. Le viti metalliche comparvero per la prima volta in Europa nel XV secolo, ma non divennero di uso comune fino a quando non fu ideato un sistema per la loro produzione di massa nel XVIII secolo. L'ingegnere britannico Henry Maudslay brevettò un tornio per la fabbricazione di viti nel 1797. Un dispositivo simile fu realizzato l'anno successivo negli Stati Uniti da David Wilkinson. Durante la Seconda guerra mondiale la standardizzazione dei filetti ebbe un forte incremento per permettere alle nazioni alleate di scambiarsi componenti e pezzi di ricambio. A J.P. Thompson si deve invece l’invenzione della vite con testa a croce, brevetto che vendette a Henry Phillips, fondatore della Phillips Screw Company. Phillips ebbe notevoli difficoltà a trovare un’officina in grado di intagliare il nuovo tipo di testa, fino a quando contattò la giovane società American Screw Company che credette ed investì nell'idea, ottenendo un notevole successo.







Fonte dati: IGM , Steel-betterVetro packViterie Pezzolo


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